Padri padroni
I padri padroni sono uomini che vivono nella solitudine, nella rabbia e nel nervoso. La loro ignoranza gli fa credere di comportarsi a favore della famiglia, quando in realtà pensano solo a loro stessi. Questo loro comportamento lascia segni indelebili su chi lo subisce.
Uomini che annientano le famiglie
La basi sentimentali dei padri padroni sono egoismo e solitudine. L’egocentrismo li porta a volere essere al centro dell’attenzione per forza. Il rispetto credono sia qualcosa che gli sia dovuto e non qualcosa che debbano conquistare. I padri padroni di oggi sono diversi da quelli di un tempo e forse quelli di un tempo, sotto certi aspetti, erano meglio. I padri padroni sono come una spugna sgocciolante, intrisi d’ignoranza che li riempe in eccesso. La loro preoccupazione principale è avere tutto sotto controllo. L’importante è che tutto vada come loro ritengono che debba andare. Purtroppo, mentre sono impegnati a far si che le cose vadano secondo le loro idee, non si accorgono che tutto volge in maniera distruttiva per coloro che subiscono questo comportamento dittatoriale: i loro figli e la loro moglie.
La famiglia secondo i padri padroni
L’idea che hanno della famiglia è un’idea aggrovigliata di pensieri e sentimenti, entrambi carenti e probabilmente mancati durante la loro infanzia e adolescenza. Il tutto fa si che la famiglia sia per loro un luogo in cui possano rifugiarsi. Un pasto caldo, un letto pulito, voci di persone che li fanno sentire meno soli di quanto non siano in realtà. Questa personale e contorta idea di famiglia fa si che siano sempre assenti. Anche quando sono presenti è come se non ci fossero. Non ascoltano, non si interessano, non ricordano ciò che gli viene detto. Rimangono semplicemente li, su una sedia davanti al televisore, in completa apatia e disinteresse. La loro mancanza di interesse verso loro stessi come uomini fa si che si comportino ugualmente nei confronti dei componenti della famiglia.
L’importanza della propria immagine
Per i padri padroni il pensiero altrui (probabilmente di altri padri padroni) è fondamentale. Nessuno deve avere la possibilità di dire che nella loro famiglia qualcosa non va come ci si addice che debba andare. Tutto ciò che è vanto viene ostentato all’inverosimile, tutto ciò che è vergogna nascosto fino all’impossibile. Se i figli sono bravi se ne fanno vanto come fossero bravi loro, ma se i figli commettono degli errori non se li accollano come fossero errori loro, li nascondono agli altri per la vergogna e a casa qualche ceffone fa capire che ciò non deve più avvenire. La loro reputazione non deve essere messa in discussione da figli che non si comportano a dovere.
Non conoscono i propr figli a tal punto che tutto ciò che viene raccontato loro da altre persone a riguardo diventa verità. Non si prendono la briga di capire se ciò che hanno udito è vero o meno, ciò che importa è che non ci sia mai più l’occasione per altri di parlare male dei propri figli. Tutto questo non per un interesse verso i propri figli, ma per un interesse verso loro stessi: la loro immagine proiettata ad altre persone non deve essere messa in discussione. Che nessuno possa dire male di loro per via dei propri figli, mai!
Le paure dei padri padroni e la mancanza del concetto di insegnamento
La loro più grande paura è di scoprire un giorno di avere il figlio frocio e la figlia troia. Una paura talmente grande che premono psicologicamente sulle labili menti dei loro figli già da bambini. L’unico rapporto che hanno con i loro figli è basato sul timore reverenziale. Non sanno come vanno i loro figli a scuola, non conoscono le loro amicizie, non conoscono i loro interessi, non passano mai tempo con loro se non in maniera tale che le menti e i caratteri più deboli crederanno di essere stati per loro un peso. Il loro essere genitori non vive di un contesto di insegnamento, ma di divieto. Per loro essere padre significa vietare di fare le cose. Insegnano solo ciò che per loro è di interesse invece di capire come valorizzare le abilità dei propri figli.
Il rapporto con la moglie-mamma
Sono caratterizzati da un forte maschilismo. In casa è la donna che pensa a tutto. Credono questa una cosa normale. Un giorno scopriranno che in realtà non sono buoni a fare nulla senza le loro mogli e che avranno vissuto nei loro confronti un rapporto di moglie-mamma. Le loro mogli infatti pensano alla loro casa, alla loro roba, li vestono, gli fanno e danno da mangiare, lavano e stirano e molto altro. Esattamente come fa una mamma per il suo bambino. Non è un caso. Essi infatti sono dei bambini, dei bambinoni che ancora non hanno saputo crescere e diventare uomini. Il rapporto con le loro mogli lo dimostra.
Non hanno con esse un rapporto paritario, ma gerarchico. In casa non parlano con esse ma gli urlano contro e denigrano la maggior parte delle cose che fanno: i vestiti non son ben lavati, la minestra è poco saporita. Per la maggior parte del tempo le lasciano a casa da sole ad occuparsi della casa, mentre loro passano ore al bar perdendo il cervello in stupidi giochi di carte. Hanno con esse solo un rapporto di convenienza. Nei casi peggiori alzano le mani per mantenere la loro autorità. Se va fatta bene, invece, si fanno vanto di non avere mai alzato le mani, come fosse una cosa che gli da valore e non fosse invece normale e rispettosa.
La rabbia e il nervoso dei padri padroni
I padri padroni vivono fuori dal tempo fino a che il tempo non li butta fuori dal suo corso naturale delle cose. Quando i loro figli saranno divenuti adulti si accorgeranno che essi gli hanno insegnato più cose di quanto loro non abbiano mai fatto di rimando. Capiranno che i loro figli sono divenuti uomini e donne nonostante in casa ci fosse un bambino a tenere le fondamenta della famiglia. Si accorgeranno che tutto è andato bene solamente perché nelle retrovie le loro mogli, oltre essere tali, facevano anche da madre e da padre allo stesso tempo. Capiranno di essere degli uomini soli, perché soli hanno deciso di vivere la loro vita; piena di malcontento nei propri confronti da riversare sugli altri con rabbia e nervoso.
I segni lasciati dai padri padroni
Forse non discerneranno mai la differenza tra il ruolo di capo famiglia e quello di dittatore. Non capiranno mai cosa significhi che un capo deve servire e non farsi servire. Penseranno di essere stati dei buoni uomini, dei buoni padri e dei buoni mariti solo perché hanno pensato agli aspetti economici della famiglia. Ma questo anche un tutore o una vincita alla lotteria lo può fare, mentre le mancanze sentimentali lasciate in famiglia, quelle nessuno le potrà colmare. Rimarranno segni indelebili sui loro figli e sulle loro mogli. Se va fatta bene quest’ultimi saranno così un pò più forti e un pò più tristi.
TUTTO VERO E SAGGIO!!
VISSUTO IN PRIMA PERSONA ESPERIENZE INENARRABILI
Ciao emi.
Se ti va sarebbe interessante leggere qualche esperienza personale o episodio particolare. Ho riscontrato che c’è molto timore e vergogna riguardo questa tematica. Molte persone leggono e non commentano, ma tanti mi contattano per mail o via facebook per raccontarmi o ringraziarmi del post. Credo però che la cosa migliore sia raccontare le proprie esperienze o esprimere le proprie idee. Si potrà così confrontarsi, imparare e informare sempre più a riguardo.
ciao,
ho visto che l’articolo è stato postato tempo fa.. ma lascio cmq un mio commento..
-uno degli esempi lampanti: io volevo da piccolino andare all’università ma mi fu vietato da mio padre.. ma.. dopo che i suoi amici gli dissero “da grande ti rinfaccerà che non gli hai permesso di studiare” ho portuto scegliere tra le miegliori università private milanesi!!.. pur di non avere niente sui cui contestarlo ha ribaltato opinione.
-cambia opinione dal bianco al nero pretendendo di avere ragione.x esempio: Se ha criticato il piatto troppo salato,e sì scoprì che di sale non ne era stato messo.. ritratta dicendo che lui si riferiva al peperoncino facendo passare tutti per stupidi.
-risponde per finta e urla a tutti i concorrenti dei quiz televisivi. continuando a ripetere “questa la sapevo anche io ignorante!..in realtà mai risposto ad una domanda ad eccezione di “che colore era il cavallo bianco di napoleone?”.
-odia,invidia,disprezza chi è riuscito a fare una cosa in modo + facile di lui.. i soldi più velocemente, un buon affare concluso
-disprezza le abitudini delle altre persone e anche dei parenti stretti, sfottendoli e deridendoli MA solo in loro assenza perchè codardo.
-urla sempre al più debole, ..sempre con me, mio fratello e mia madre.. ora grandicello con me non urla più ma solo a mia madre-passiva perchè ha paura che rispondo
-detiene il potere di tutto: firme sui conti in banca,rapporti con il commercialista,beni intestati,scelte sulla spesa,sul piatto da cucinare,sul sugo da scegliere,sulle vacanze estive,in quale chiesa andare a messa
-è molto religioso,ma a modo suo.. perchè pieno di peccati mortali
-è ignorante, il lessico è penoso,è grezzo,parla con versi.. e quando ha le spalle al muro: alza la voce.. tira qualcosa.. manda tutti a quel paese e se ne va!(se se ne andasse via veramente!!!!)
-la sua unica arma sono i ricatti: ricatta tutti,non platealmente ovvio.. ma riesce sempre ad avere il coltello dalla parte del manico.. primo step: i soldi.. solo lui ha le carte e bancomat in famiglia (è sufficiente qst x comandare)
-odia i figli gay.. ovvero me!e me ne fa passare di tutte.. e ora mi odia ancora dipiù perchè ho un mio stipendio e molto buono.. quindi posso scampare al comando del controllo soldi.. ma x sua fortuna sono legato ancora a lui per via di un ricatto e non posso andarmene di casa sebbene posso permettermelo.
ho racconti infiniti.. scusate il lessico.. ho scritto tutto senza pensare e di getto!
MAO
Ciao Mau. Grazie per il tuo commento (non importa quanto tempo fa sia stato pubblicato il post, qualunque contributo è ben accetto, soprattutto considerato che il post rimane piuttosto attuale).
Capisco bene di cosa parli anche se molte cose di cui racconti non le ho mai vissute (sono state comunque colmate da altre 🙁 ). Ciò che più mi ha colpito, e nel quale mi sono rivisto, è sicuramente il contesto economico. Come un vero uomo d’altri tempi, il padre padrone detiene il potere tramite il denaro. Quando i componenti della famiglia ne hanno bisogno ritiene sempre siano malcontenti e bisogni insignificanti. D’altra parte quando spende soldi per la famiglia è sempre pronto a brontolare, lamentarsi e rinfacciare agli altri ogni spesa; sintomo di un attaccamento al denaro tale da dovere in qualche modo giustificare le spese autoconvincendosi che sia colpa degli altri.
Personalmente ho combattuto molte guerre con il padre padrone che comandava a casa mia. Le più significative sono avvenute sicuramente quando ho capito che non era assolutamente giusto che comandasse lui. Con pazienza, calma e tempo (che mi sono costati la salute), sono riuscito ad abbattere molti muri che lo caratterizzavano.
Ritengo sia migliorato in tante cose, ma tante altre non le potrà mai scindere da se stesso. Non credo mio papà abbia mai raggiunto certi estremismi, altrimenti credo che i nostri caratteri si sarebbero scontrati in modo tale da finire probabilmente in tragedia. Il mio consiglio è di provare sempre a parlargli (so bene quanto possa essere difficile). Non dico questo come frase fatta o costruita, ma perché il tempo mi ha permesso di capire, in parte, il motivo per cui ha sempre tenuto questo comportamento: non ha mai ricevuto amore quando era piccolo.
Ciò che ha sempre cercato nella sua vita è l’amore mancato nell’infanzia e nell’adolescenza. Chi vive senza amore brancola nel buio. L’unica cosa che si può fare è cercare di colmare questa lacuna per quanto possibile.
Non credo si potrà mai giungere a un cambiamento significativo. Il tempo per capire e comportarsi umanamente è per i padri padroni come un treno passato che non tornerà mai più. Possiamo solo decidere cosa fare: combattere per noi e per coloro che ci stanno intorno fin quando possibile, oppure, se la battaglia non vale la pena di essere combattura, lasciare perdere e cercare di trovare la propria indipendenza, non solo economica, ma soprattutto sentimentale e psicologica, che ritengo un padre padrone possa disintegrare sempre più mentre il tempo scorre.
Alcuni padri padroni riescono a mantenere savia una parte di loro che ancora gli permette di ragionare un minimo quando qualcuno li porta a farlo, altri sono invece perduti definitivamente. Si sono inabissati troppo a fondo nei meandri delle loro tenebre e non ne usciranno più. In questo caso l’unica cosa da fare è allontanarsi da loro, prima che ci trascinino in un inferno personale dal quale difficilmente si può fare ritorno.
ciao sono laura e compirò 48 anni tra 2 giorni. dopo l’ennesima discussione per una banalità (come sempre) ho scoperto solo oggi che mio padre è un “padre padrone” il profilo scritto da D’Amato mi ha praticamente aperto gli occhi. E’ una vita che combatto con un padre che reputa la sua famiglia degli idioti…ne ha 80 appena compiuti e a causa di un ictus lieve si è costruito una non autosufficienza inesistente ma è più comodo farsi compiangere e quindi lavare, pulire, cambiare da una moglie (mia madre) che non si è mai ribellata e che giustifica sempre; è una vita che cerco di dimostrare di essere quella figlia che non potrò mai essere per lui, perchè non sono come le figlie degli altri. Come saranno poi, molto spesso peggio ma accattivanti. a volte mi chiedo perchè sono ancora qui a sprecare del fiato a difendere mia madre a compromettere la mia salute per un uomo che non ritengo nemmeno essere un padre. forse perchè dentro di noi ci manca il consenso l’approvazione la complicità che avremmo voluto come figlie femmine e che ci è stata volutamente negata per una sorta di bigottismo. Mio padre che a 12 anni al mio primo menarca mi disse di tenere le gambe strette…….devastante
mio padre che non sa nemmeno cosa penso, quanti anni ho, che non ha mai affrontato un argomento personale di vita con me….solo discorsi ovvi, banali e soprattutto che portassero sempre alla sua approvazione e alle sue idee.
E’ vero non è facile parlarne perchè si ha sempre paura di essere scoperti, ma la mai forza di sopravvivenza è sempre stata quella di combatterlo e forse ora chi mi dava contro ha incominciato a capire quello che lui è veramente.
ciao!
a volte la paura di parlare e’ collegata al rendersi conto che e’ tutto vero.
I segni che questi padri lasciano sono purtroppo irreparabili. L’unica opzione e’ il saper superare tutto con forza e dimenticare, saperli dividere dal presente e continuare la vita senza influenze negative da parte di questi.
La forza che ho ogni giorno di andare avanti e’ nel pensare al mio futuro, quando saro’ fuori casa e tutto sara’ prefetto. L’ansia di stare in quella casa, l’ansia di vederlo ogni giorno,l ‘ansia di sentire la sua voce, l’ansia di vivere ha rovinato troppe cose fin’ora. Quest’ansia mi ha causato cos¡ tanti problemi che anche la mia psicologa stava diventando matta al solo pensiero di sciogliere ogni cosa nella mia mente!
Io purtroppo ho smesso di combatterlo, non ho forza, ho gia’ troppi problemi.. mia madre si deve “arrangiare” da sola.. io “tiro avanti”e appena posso andro’ via di casa.. nel frattempo faccio quello che voglio e gli faccio credere di fare quello che vorrebbe lui.
Mao
@laura
Ciao Laura. Capisco bene cosa voglia dire accorgersi di alcune cose solo dopo una vita. Capita un pò a tutti; magari in ambiti diversi, ma ognuno di noi ha prima o poi una sorta di lampadina interiore che si accende.
Credo che le problematiche familiari siano tra le più sentite nella vita degli uomini e allo stesso tempo le più ignorate. Il contesto dei padri padroni poi, è piuttosto complesso e particolare. Ognuno con la propria storia, i propri sentimenti, le proprie abitudini e tutto quel mondo che sebbene sia così fuori da ogni contesto che riteniamo normale, riesce ad apparirci comunque tale.
Come dicevo in un commento precedente vale la pena di combattere, ma fino a un certo punto. Quando vediamo che la nostra guerra miete noi come unica vittima dello scontro e lascia completamente indifferenti i padri padroni e neutrali le loro mogli, ritengo sia tempo di dare un taglio netto ai rapporti. Nonostante il dolore, credo sia l’unica cosa da fare per non dovere soffrire ulteriormente, nell’indifferenza, e non dovere essere qualcuno che non saremo mai al solo scopo di compiacere una persona che forse rappresenta per noi solo una figura standard del contesto familiare, ma che come dici tu un padre non è mai stato.
Quella della gelosia estrema nei confronti della figlia a tal punto da volerla vergine a vita l’ho vista e sentita parecchie volte. Dimostra come, anche in quel caso, il punto focale siano sempre i padri padroni, che non riescono a vedere le altre persone se non in relazione a se stesse.
E’ una dura lotta da combattere. Perché parlare il più delle volte non serve, urlare nemmeno, fargli discorsi complessi sulla loro persona e sulla famiglia non trova alcun riscontro. E’ una guerra infinita che va combattuta per una vita intera. Mi chiedo solo se ne valga la pena.
ps: auguri anche se in ritardo.
il mio nome è molto meglio del mio cognome. Rende tutto un pò meno formale non credi? 🙂
@Mau
sono d’accordo con tutto ciò che dici Mau. Solo l’ultima frase ritengo sia inappropriata. Cercare un’altra strada perché non si vuole combattere una guerra impossibile da vincere la ritengo una scelta rispettabile. Ma fargli credere di essere la persona che non sei non fa altro che allontanarti dalla persona che sei realmente. Il grande passo si fa mostrando noi stessi per ciò che siamo veramente, indipendentemente da tutto. Non avere paura di essere chi sei per colpa di tuo papà.
Il rischio di portarti dentro questo fantasma per tutta la vita è molto grande. Almeno questa battaglia vincila prima di prendere la tua strada. Allora avrai fatto una scelta consapevole e potrai guardare indietro solo con l’amarezza di ciò che hai subito e non di ciò che hai contribuito a mettere sulle tue spalle e nel tuo spirito per colpa sua.
grazie Gabriele e grazie anche a te Mau.
Personalmente, rispondendo a Mau, credo di aver già vinto la mia battaglia nei suoi confronti, solo qualche anno fa a dinamiche uguali, lo avrei chiamato e chiesto “scusa” per una colpa non commessa, questa volta ho detto definitivamente “basta” ha superato ogni limite ragionevole. Io sono me stessa da quando sono uscita da quella casa 23 anni fa e con tutti i vari fantasmi con in quali ho dovuto combattere, ora sono contenta e fiera di quella che sono, serena ma soprattutto sono IO. Ovviamente lui non ammetterà mai niente perchè non è in grado di comprendere preso com’è dal suo egocentrismo e odio verso tutti, ma ormai questo rimane un suo problema e mi spiace per mia madre, ma resta anche in questo caso un suo problema.
buon weekend laura
Ciao Laura.
Credo la cosa un pò più triste (parlo per esperienza) sia il fatto di dovere lasciare la propria madre abbandonata a una persona che non sarà mai capace di amarla. E’ un pò come dovere abbandonare la casa dei propri genitori per tagliare i ponti con il padre padrone, ma allo stesso tempo non essere del tutto liberi e contenti della propria scelta per il dispiacere di vedere la loro moglie ancora bistrattata e sottomessa. E’ frustrante.
ciao Gabriele,
certo che lo è! vedere chi ti ha generato non essere in grado di ribellarsi. Ma forse lo è anche per lei frustrante di non essere riuscita a dare a quei figli la serenità che avevano diritto di avere e che per un motivo o per un altro non hanno ancora ora, viste le situazioni che continuano a presentarsi. Frustrante deve esserlo anche per mio padre, ma non essendo in grado di valutarlo per lui il problema non sussiste.
Alla fine nella nostra pur breve vita bisogna comunque trovare una soluzione, di comodo, meno straziante, insomma qualcosa che ci permetta comunque di continuare e di migliorare soprattutto. Del resto non si vive nel passato ne con i “se” ne con i “ma”. Ovvio ci saranno sempre prima o poi momenti strazianti nella mia di vita perchè comunque speri sempre che qualcosa cambi, sapendo perfettamente che nulla cambierà, ma da figlia femmina, aspetti sempre quella carezza che da bambina ti faceva toccare il cielo con un dito, sai che non l’avrai ma ci speri.
ho riconosciuto mio padre!E’ vero anche a me a rovinato la vita.L’adolescenza, la gioventù, le scelte per il futuro…… ed oggi che ho cinquant’anni ne pago ancora le conseguenze….sono stata debole incapace di reagire a tanto egoismo, e lui …..ne ha approfittato per annientare anche me, cos’ì come ha fatto verso tutte le altre “SUE” femmine della famiglia!!!!
ciao sono Emma,ho vissuto per tredici anni con un marito padrone.nonostante giovane eta’ ha preso in eredita’ tutto il comportamento di suo padre.sapevo che non era possibile cambiare la situazione e l’unico modo di nn soffrire piu’ era quello di allontanarsi definitivamente da lui.ora sono 10.000 km lontano e da sei mesi cerco di riprendere a vivere e sono felice di aver fatto questo passo non solo per me ,ma per i miei due figli.un abbraccio a tutti
Ciao Emma!
FORZA FORZA FORZA!sei il nostro esempio!
non ci conosciamo ma ti sono vicino e ho detto una preghiera anche per te! purtroppo questa è l’unica soluzione.. dura ma efficacie!
un abbraccio!
Mao
Purtroppo anche io ho riconosciuto il profilo di mio padre in questa descrizione… Non è facile crescere con queste persone. Per quanto mi riguarda, la mia storia personale è diversa nel senso che man mano che crescevo il buon padre che ho avuto fino 6-7 anni si è lentamente ma inesorabilmente trasformato in questo mostro che il blog ha sapientemente descritto.
Noi figli conviviamo con l’ansia e con il costante timore di essere giudicati, perchè nulla va mai abbastanza bene. Vorrei però dire a chi vive in queste situazioni, che noi figli abbiamo una straordinaria forza interiore, ed in molti casi stiamo imparando duramente una lezione che non scorderemo mai: non essere e non diventare MAI come loro.
@laura
volevo risponderti da tempo ma riesco a farlo solo ora. Credo che tutta la questione si riduca a quella carezza. È l’aspettativa a fare la differenza. A un certo punto bisogna avere la forza per “staccare” completamente.
@giusy
mi spiace. Ritengo tu abbia usato parole molto azzeccate: più che “annientare” io preferisco dire “distruggere”. La cosa assurda è che tutto quanto accade è a loro ignoto.
@emma
brava emma, ci vuole coraggio e grande forza per agire come hai fatto. Non tutte le donne sono in grado di farlo. Per il quieto vivere e per il bene dei figli molte pensano sia meglio rimanere, ma non credo sia così. Negli anni ho pensato tanto a come sarebbe andata se mia mamma fosse stata più consapevole e più forte e avesse deciso di lasciare mio papà. Probabilmente non non lo saprò mai.
@MAO
bel commento 🙂
@Alessio
la tua ultima frase credo sia stato (ed è tuttora) il mio obiettivo per tutta la vita: impegnarmi per non diventare mai come mio papà. A volte mi accorgo che alcune cose le ho ereditate e ci combatto ogni giorno. Continuerò a combattere ancora!
intanto volevo ringraziare tutti voi che in questi mesi mi avete fatto capire che non sono sola…che non siamo soli e forse ora siamo ancora più forti
per ora tanti auguri di Buona Pasqua
ciao ragazzi!
mi aggrego ai ringraziamenti di Laura! sono contento di questo scambio di esperienze, opinioni, consigli. Mi sto facendo sempre più forza!.. ora mi preparo al pranzo pasquale in famiglia.. sforzo non indifferente!
buona pasqua a tutti!
Mao
@laura
direi proprio che è così: non siamo soli e siamo ancora più forti.
@MAO
già, fa proprio piacere lo scambio di esperienze. Pranzo in famiglia? Capisco bene a quale sforzo di riferisci. Io per credo religioso e per via dei contesti societari dei nostri tempi ho smesso da tempo di parteciparvi.
A proposito dei contesti religiosi e della pasqua: pasqua di morte e d’ignoranza
..mi dsipaice dovervelo dire, ma anche la madre ha le sue colpe nei confronti dei figli. Un padre padrone non giustifica la madre, specialmente quando i figli sono due. Purtroppo non ho figli ma a parte l’amore, della quale si puo arrivare a farne a meno, credetemi dopo anni sono arrivata a pensare che la moglie/madre stia meglio da sola con poco denaro che in compagnia di un marito padre padrone. La demolizione psicologica per i conviventi del padre padrone e troppa e porta all’indifferenza, se non si vuole arrivare all’esaurimento nervoso.
Cara Liana, benvenuta nel forum!
è vero, mia madre ad esempio gode di vita molto agiata però credo che abbia degli esaurimenti nervosi a volte perchè è come oppressata dai giudizi, rimproveri, iper controllismo di suo marito. Io e mio fratello abbiamo sperato tante volte in un divorzio.. ma le mogli dei padri-padroni difficilmente hanno la forza purtroppo. Mia madre non avrebbe problemi “finanziari” nel caso… credo non lo abbia fatto più per la paura dei giudizi altrui, di sentirsi sola.. essendo di vecchio stampo.. vedersi la famiglia distruggere sotto gli occhi. Io sono cresciuto in un paese dove la domenica si va a messa e i giovani all’oratorio e dove la morale cattolica prevale: obbedisci a tuo marito, al maschio alfa, all’uomo e padrone di casa.
Che brutto.